lunedì 7 dicembre 2009

Lo Schizzo - Ifix Tchen Tchen

Tra la fine degli anni 70 e l'inizio degli anni 80, proliferavano i romanzi pornografici, sorta di copia erotica degli altri fotoromanzi in cui si raccontavano storie più o meno banali o scontate.

Tra queste, edita in Francia e poi importata in Italia, esisteva "Supersex" dove l'attore protagonista, Gabriel Pontello, impersonava un alieno caduto sulla terra che, per sopravvivere nell'atmosfera terrestre, si era impossessato del corpo di un ispettore di polizia, per cui le varie storie erano incentrate su crimini e misfatti vari.

L'alieno protagonista poteva emanare un fluido misterioso che scatenava una pazzesca libidine e che eliminava ogni freno inibitore in tutti i presenti che si scatenavano in orge e giochetti vari.

Al termine di ogni amplesso, Supersex lanciava il suo "IFIX TCHEN TCHEN!" che era un grido di piacere e di liberazione allo stesso momento, ed indicava, appunto, l'arrivo dell'orgasmo condito da lanci di schizzi violenti del suo fluido organico che andavano ad imbrattare i corpi ed i visi perfetti di splendide attrici.

Schizzo che era plateale, esteriore, marcante, una vera e propria firma dell'attore.

Oggi, a 30 anni di distanza, la moda dello schizzo è venuta prepotentemente in auge in cucina, non più in bianco e nero come sulle riviste patinate dell'epoca, ma orgia tridimensionale ed a colori, schizzi e schizzetti di condimenti, salse, intingoli, che marchiano e segnano i piatti che ci vengono proposti.

Alcuni li chiamano "la firma dello chef in un suo impulso creativo".

Schizzano tutti, il grande chef come il piccolo cuoco di provincia, gli insegnanti ai corsi di cucina e perfino i pasticceri.
Si trovano schizzi anche ai buffet su tarte e tartine o dalla casalinga che ha preparato una cena un po' speciale per i suoi invitati.

Schizza Bottura, schizza Cracco, schizza Berton e schizza persino Adrià.
Anzi, mentre schizza idrogenizza istantaneamente in nuvola, chè lui è un Maestro anche dello schizzo.

Contemporaneamente, a certi deschi, spariscono oliera acetiera e saliera, il gustatore non può più schizzare in proprio, deve assogettarsi allo schizzo di altri, calibrato, colorato e perfettamente disposto, di traverso, di lato, in un angolo, tutto intorno o fin'anche al centro.

La auto masturbazione è esclusa.

Del resto lo diceva già De Sade: "Sistemati sul canapè, mia cara. Al resto penso io."

Ed alcuni grandi chef, come tanti Pontello ai fornelli, emanano un fluido magico, capace di instillare una vera e propria libidine, e con molto anticipo, ai loro ospiti che già assaporano nella loro mente l'orgia di gusti, aromi e schizzi finali che si sta preparando.

Forse, nel 2020, ricorderemo il primo decennio del 2000 come "l'epoca degli schizzi" similarmente a quando ci ricordiamo degli anni '80 e della panna.

O forse no, e gli schizzi di oggi verranno dimenticati nel rapido volgere di un boccone.

Senza neanche darci il tempo di esclamare: IFIX TCHEN TCHEN!

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