venerdì 4 settembre 2009

A qualcuno piace "hot"! Le rotte delle spezie (parte quinta)

Inizia qui, il lungo viaggio alla scoperta della rotta del Sud tra Africa ed India

Premessa alla traduzione

La traduzione che propongo, segue il più fedelmente possibile l’originale inglese che a sua volta è stato tradotto dal greco.

Per rendere più viva la narrazione l’ho arricchita di mappe che indicano i luoghi descritti dal viaggio. Le località individuate sono quelle attualmente più accreditate dagli studi archeologici e storici. I nomi delle località sulle cartine, sono sempre indicati con il nome originale del racconto e tra parentesi il nome attuale della città o della località (se presente).

I testi tra parentesi tonde sono i miei per facilitare la lettura.

Le foto di corredo al testo sono foto reali dei luoghi come attualmente si presentano al viaggiatore.

E’ in progetto di arricchire il testo con ulteriori informazioni storiche specifiche riguardo ai luoghi visitati per fornire un più ampio contesto generale alla narrazione.

Buon viaggio.

Introduzione

Il Periplus Maris Erythraei (o “Viaggio attorno al Mare Eritreo”) è un lavoro anonimo datato circa la metà del I secolo d.C., scritto da un mercante Egiziano in lingua greca e che riporta la situazione commerciale ai tempi di Augusto (negli anni a cavallo della nascita di Cristo).

La prima parte (sezioni 1-18) descrive le rotte marittime sull’asse nord-sud dall’Egitto verso le coste orientali dell’Africa, fino alla moderna Tanzania. La seconda parte descrive le rotte commerciali sull’asse Est-Ovest che partono dall’Egitto, circumnavigano la penisola araba, e attraversano il Golfo Persico fino alle coste occidentali dell’India.
Dalla descrizione viva e particolareggiata, si ritiene che l’autore stesso abbia viaggiato in tutte le terre descritte.

I capitoli finali descrivono la costa Est dell’India fino alla foce del Gange ed includono rapporti sulle terre sconosciute situate più a Nord.
L’autore descrive le lunghezze e le condizioni delle rotte, gli empori chiave ed i punti di ancoraggio, la predisposizione dei nativi, e le merci importate o esportate di ciascuna regione.

Siccome i monsoni annuali erano la chiave per il viaggio verso l’India, l’autore segnala, di tanto in tanto, il mese nel quale occorre partire dall’Egitto per raggiungere la località indicata.

Misure: 10 stadi greci sono l’equivalente di 1 miglio inglese o di 1,6 kilometri

Il Periplus Maris Erythraei - Parte prima (Dall'Egitto alla Tanzania)


1. Dei porti designati sul Mare Eritreo, e delle città-mercato sorte attorno ad essi, il primo (che si incontra) è il porto egiziano di Mussel (Veniva chiamato Myos Hormos dai Greci).

Per quelli che navigano verso sud, partendo da qui, sulla riva destra, dopo 1800 stadi, troveranno Berenice. I porti di entrambe le città sono ai confini dell’Egitto, e sono baie aperte verso il Mare Eritreo.




2. Sulla riva destra (del Mar Rosso) subito a sud di Berenice, c’è il paese dei Berberi (o Barbaroi, “stranieri”: tradizionalmente venivano chiamati così tutti i popoli che non parlavano greco).


Lungo la costa si trovano i “mangiatori di pesce”, che vivono in strette caverne nelle vicine valli. Più all’interno ci sono i Berberi, e dietro a loro i “mangiatori di carne cruda” ed i “mangiatori di vitello”, entrambe le tribu governate dai loro capi; e dietro di loro, ancora più all’interno, direttamente ad ovest, si trova una città chiamata Meroe.


3. A sud dei “mangiatori di vitello”, sulla costa, si incontra una piccola città-mercato, dopo aver navigato per circa 4.000 stadi da Berenice, che si chiama Tolomeo dei Cacciatori, dalla quale i cacciatori partono verso l’interno sotto la protezione della dinastia dei Tolomei. In questa città-mercato si trovano le vere tartarughe di terra in piccola quantità; sono di colore bianco e dalla corazza piccola.
E qui ho anche trovato un po’ di avorio, come quello che si trova ad Adulis (altro porto molto più a sud). Ma il posto non ha porto ed è raggiungibile solo da piccole barche.



4. A sud di Tolomeo dei Cacciatori, ad una distanza di circa 3000 stadi, c’è Adulis, un porto fondato per legge, costruito all’estremità di una baia che guarda a sud. Prima della baia, si incontra la così detta Isola Montuosa, circa 200 stadi direttamente in fronte alla fine della baia, con le coste della terraferma che la cingono su di entrambi i lati.

Le navi dirette a questo porto, adesso attraccano qui, a causa degli attacchi dalla terraferma. Precedentemente attraccavano alla fine della baia, ad un’isola chiamata Diodorus, vicina alla riva, che può essere raggiunta camminando da terra, dalla quale i barbari nativi attaccavano l’isola.

Opposta all’Isola Montuosa, sulla terraferma, 20 stadi dalla riva, si trova Adulis, un villaggio di discrete dimensioni, dal quale, in tre giorni di cammino, si può arrivare a Coloe, una città dell’interno e mercato principale per l’avorio.

Da questa città (Coloe), per arrivare alla città che i nativi chiamano Auxumites, ci sono altri cinque giorni di cammino;



ad Auxumites arriva tutto l’avorio dalle terre dietro al Nilo attraverso il distretto chiamato Cyeneum, e da qui viene portato ad Adulis.




Praticamente l’intero numero di elefanti e rinoceronti uccisi vive nell’entroterra, anche se raramente vengono cacciati sulla costa, anche vicino ad Adulis.



Prima del porto di Adulis, in alto mare, sulla destra, si trova una grande isola sabbiosa chiamata Alalaei, dove si trovano gusci di tartaruga, portati al mercato di Adulis dai “mangiatori di pesce”.


5. E circa ad 800 stadi oltre, si trova un’altra baia molto profonda, con una grande collina di sabbia alla destra dell’imboccatura; alla fine della quale si trova dell’ossidiana, e questo è l’unico posto dove viene prodotta. Questi luoghi, dalla zone dei “mangiatori di vitello” alle altre terre Berbere, sono governati dagli Zoscales, che vivono miseramente e cercano di meglio, ma che sono ben istruiti sulla letteratura greca.

6. Si trovano merci di importazione in questi luoghi, stoffe fatte in Egitto per i Berberi, vestiti da Arsinoe; mantelli di bassa qualità molto colorati; manti di lino a doppia tessitura; molti articoli in vetro di bassa qualità, ed altri in murrina, fatti a Diospolis; ed ottone che viene usato per ornamento oppure al posto della moneta; lastre di soffice rame, usate per farne utensili da cucina oppure tagliate per farne braccialetti e cavigliere per le donne; ferro, da cui si ricavano lance per trafiggere gli elefanti ed altre bestie selvagge, ed in guerra. Inoltre vengono importate piccole asce, accette e spade; coppe in rame, rotonde e larghe; un po’ di denaro per quelli che vanno al mercato; vino da Laodicea e dall’Italia, non molto; olio di oliva, non molto; per il re, oro e lastre di argento modellate secondo la moda del paese, e per i vestiti, mantelli militari, e sottili manti in pelle, di poco valore. Anche dal distretto di Ariaca (in India), attraverso questo mare, si importa ferro indiano, ed acciaio, e balle di cotone indiano; i tessuti chiari chiamati sagimtogene, e busti, e manti di pelle e tessuti violetti, e rari tessuti in cotone fino, e braccialetti colorati. Vengono esportati avorio, gusci di tartaruga e corni di rinoceronte. La maggioranza delle merci che arrivano dall’Egitto giungono tra gennaio a settembre; ma stagionalmente si mettono in mare intorno al mese di settembre.

7. Da qui, il golfo arabico gira in direzione est, restringendosi subito prima del Golfo di Avalites. Dopo circa 4000 stadi, per quelli che navigano ad est lungo la stessa costa, si incontrano altre città-mercato berbere, conosciute come “i porti molto distanti”; Sorgono ad intervalli, una dopo l’altra, senza porti veri e propri, ma con piccole insenature, dove le navi possono ancorare e fermarsi in acque tranquille. Il primo è chiamato Avalites; il viaggio più corto per raggiungerlo è dall’Arabia.

Qui si trova una piccola città-mercato che si può raggiungere con barche e zattere. Si trovano merci di importazione, vasi assortiti in vetro decorato; succhi acidi di grappa da Diospolis; tessuti per vestiti assortiti, fatti per i Berberi; frumento, vino, e piccoli barattoli.

Vengono esportate merci sia da qui che, a volte, dagli stessi Berberi che attraversano il mare su zattere verso Ocelis e Muza sulla costa opposta; spezie, un po’ di avorio, gusci di tartaruga, e molto poca mirra, ma meglio che niente. Ed i Berberi che vivono in questo posto sono molto indisciplinati.



8. Dopo Avalites si incontra un’altra città-mercato, migliore di questa, chiamata Malao, distante circa 800 stadi. L’ancoraggio è un’insenatura aperta, riparata da un lembo di terra verso est.

Qui i nativi sono più pacifici. Vengono importate le merci menzionate sopra, e molte tuniche, mantelli da Arsinoe, lavorati e colorati; coppe per bevande, lastre di rame in piccola quantità, ferro, e monete d’oro e d’argento, non molte.

Esportano mirra, un po’ di incenso “frankincense” conosciuto come “il lontano”, la cannella più speziata, resine dall’India e noce moscata, che sono importate in Arabia; e schiavi, ma raramente.


9. Dopo due o tre giorni di navigazione si incontra la città-mercato di Mundus, dove la nave può trovare un ancoraggio migliore e più sicuro dietro ad un’isola sottocosta.

Vengono importate ed esportate le merci già menzionate oltre all’incenso chiamato “mocrotu”. Ed i mercanti che vivono qui sono più scaltri.



10. Proseguendo oltre Mundus, navigando verso est, dopo altri due giorni, o tre, raggiungerete Mosyllum, su di una spiaggia, con un pessimo punto di approdo.

Vengono importate le stesse merci già menzionate, oltre a lastre d’argento, molto poco ferro, e vetro. Vengono esportate una grande quantità di cannella (quindi occorrono navi di grandi dimensioni per questa città-mercato), e fragranti gomme (resine), spezie, un po’ di gusci di tartaruga, ed incenso “mocrotu”(di qualità peggiore rispetto a quello di Mundus), incenso “frankincense”, avorio e mirra in piccole quantità.

11. Navigando lungo la costa oltre Mosyllum, dopo due giorni incontrerete il così chiamato “Piccolo Nilo”, ed una piccola radura, ed una piccola foresta di allori, e Capo Elefante.

Dopodichè la costa indietreggia formando una grande baia, dove sfocia un fiume, chiamato Elefante, ed un grande bosco di allori chiamato Acanna; qui viene prodotto l’incenso “frankincense” in grande quantità e della migliore qualità.

12. Oltre a questa località, la costa punta verso sud, e si incontra il Mercato e il Capo delle Spezie, un ripido promontorio alla fine della costa dei Berberi in direzione est. L’ancoraggio è reso pericoloso dai marosi che si frangono sulla costa, perché il luogo è esposto a Nord.

Uno dei segni dell’arrivo di una tempesta, è che le acque profonde diventano più torbide e cambiano di colore.

Quando succede questo, scappano tutti verso un grande promontorio chiamato Taba, che offre un rifugio sicuro. Le merci di importazione in questo mercato sono le stesse già menzionate; e vi è una produzione di cannella (nelle sue differenti varietà, gizir, asypha, arebo, magla, e moto) e di incenso “frankincense”.

13. Oltre Taba, dopo 400 stadi, si trova il villaggio di Pano. E dopo aver navigato 400 stadi lungo un promontorio, in favore di corrente, si incontra un’altra città-mercato chiamata Opone, nella quale le stesse merci già menzionate sono importate, e dove è prodotta la quantità maggiore di cannella (le varietà arebo e moto), e dove si trovano gli schiavi di migliore qualità, che sono inviati in Egitto in quantità crescenti;
ed una grande quantità di gusci di tartarughe, migliori di quelli che si trovano in altri luoghi.


14. Il viaggio verso tutte queste distanti città-mercato deve iniziare in Egitto verso il mese di luglio.
E le navi devono essere caricate completamente, da Ariaca e Barygaza, portando verso questi luoghi lontani i prodotti di esportazione; frumento, riso, burro chiarificato, olio di sesamo, tessuti, cinture, e miele della qualità rossa chiamata sacchari. Alcuni fanno il viaggio direttamente verso queste città-mercato, ed altri vendono e comprano la mercanzia durante il viaggio. Questi posti non sono soggetti ad un Re, ma ogni singola città-mercato è guidata dal proprio capo.

15. Dopo Opone, la costa tende ancora verso sud, prima si incontrano le piccole e grandi scogliere di Azania; su questa costa non si incontrano porti, ma vi sono posti dove le navi possono trovare un ancoraggio, le coste diventano ripide; e questo tratto è di sei giorni, la direzione diventa sud-ovest.

Poi arrivano le grandi e piccole spiagge, per altri sei giorni di viaggio e dopo di queste, in ordine, le Rotte di Azania, la prima chiamata Sarapion e l’altra Nicon; e dopo aver incontrato vari fiumi ed altri ancoraggi, uno dopo l’altro, separati da un giorno ed una notte, sette in tutto fino alle isole Pyralae e l’omonimo canale;

Oltre alle quali, un po’ a sud di sud-ovest, dopo due giorni e notti lungo la costa Ausanitic, si trova l’isola Menuthias, circa a 300 stadi dalla terra ferma, bassa e piena di foreste, dove si incontrano fiumi e molte razzi di uccelli e le tartarughe di montagna.

Non ci sono bestie selvagge eccetto i coccodrilli; ma non attaccano l’uomo.
In quest’isola si trovano barche cucite, e canoe ricavate da un singolo tronco, che usano per pescare e per cacciare tartarughe.

Qui le cacciano con una tecnica peculiare, con cesti di vimini, a cui fanno attraversare velocemente il canale tra i frangenti.

16. Dopo due giorni di navigazione in più, si incontra l’ultima città-mercato del paese di Azania, che viene chiamata Rhapta; il suo nome deriva dalle barche cucite (rhapton ploiarion) già menzionate; qui si trova avoria in grande quantità, e gusci di tartarughe.

Lungo questa costa vivono uomini dediti alla pirateria, molto grandi in statura, e riuniti in gruppi sotto diversi capi per ogni villaggio. Il capo del governo Mapharitic li governa grazie ad antichi diritti che gli conferiscono la sovranità su questo che è diventato il primo stato di Arabia.

E la gente di Muza li tiene ora sotto la propria autorità, e manda verso questo luogo molte grandi navi, usando capitani ed agenti (commerciali) arabi, che sono familiari ai nativi e spesso sposati con le indigene, e che conoscono l’intera costa e capiscono il loro linguaggio.

17. Qui vengono importate le lance fabbricate a Muza, ed accette e daghe e punteruoli, e vari tipi di coppe di vetro; ed in piccole quantità vino, frumento, non per commercio, ma per mantenere buoni rapporti con i selvaggi.
Da qui vengono esportate grandi quantità di avorio, ma meno che ad Adulis, e corni di rinoceronte e gusci di tartarughe (che vengono richieste anche dall’India), ed un po’ di palme da olio.

18. E questi mercati di Azania sono davvero gli ultimi del continente che si allunga a sud da Berenice, sulla costa destra; oltre questi posti l’oceano inesplorato curva verso ovest, e, correndo verso le regioni al sud dell’Etiopia, della Lybia e dell’Africa, si mescola al mare dell’ovest.

- CONTINUA -

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